martedì 4 agosto 2009

ALCOL: RAVE IN BARCA A PANAREA, RAGAZZA FINISCE IN COMA


MESSINA - L'hanno depositata sul moletto di Panarea più morta che viva e hanno chiamato i medici della Guardia che si sono subito accorti che Roberta, 18 anni, di Venezia, non era semplicemente svenuta ma era in coma etilico per aver bevuto tanto alcol. Era stata con il suo gruppo di amici al festino sul mare davanti lo scoglio di Lisca bianca: decine di barche una accanto all'altra, casse acustiche che sparano musica a tutto volume e tanti giovani che ballano e soprattutto molte bottiglie di superacolici che passano di bocca in bocca.

Dopo le prime cure la ragazza è stata portata con l'elisoccorso nell'ospedale Papardo di Messina. Ora sta meglio le hanno tolto i tubi è cosciente e parla ma rimane ricoverata nella Rianimazione. In ospedale è arrivata la madre della ragazza che non ha voluto commentare in alcun modo la vicenda e che certamente non si aspettava che la vacanza eoliana della figlia finisse in questo modo. Il medico Franco Aricò racconta: "L'hanno accompagnata alcuni suoi amici. Ci siamo accorti che non c'erà riflesso dolorifico, pupillare, la ragazza aveva difficoltà respiratorie e il battito cardiaco era bassissimo. Abbiamo somministrato i farmaci e aiutato la respirazione col pallone Ambu. Poi abbiamo chiamato l'elisocorso del Papardo di Messina ma l'elicottero era fermo per un guasto e abbiamo chiesto l'intervento a Catania. La paziente è stata prelevata e portata a Messina". Aricò e il suo collega Daniele Marino tengono la postazione in un piccolo avamposto qual è la guardia medica di Panarea, la più mondana delle isole Eolie, e quotidianamente fronteggiano l'arrivo di decine di giovani (dicono una media di 40 al giorno) intossicati da alcol e a volte anche stupefacenti. "Sono giovani - dice Marino - dai 18 ai 25 anni. Arrivano ubriachi fradici. Noi facciamo i medici, i barellieri, i rianimatori senza sosta. Si comincia alle 18 fino alle 21 poi in continuazione verso le 2 e poi alle 4 e 5 del mattino". I ragazzi, spiegano, si svegliano verso le 13 scendono in spiaggia, non mangiano a volte neanche un boccone e poco dopo cominciano i festini con musica a tutto volume e alcol a largo sui gommoni o su altre barche. La serata poi prosegue in discoteca, sulle spiagge o ancora a mare. A Panarea ci sono 6 carabinieri e saltuariamente 2 vigili urbani. L'isola d'inverno conta circa 250 residenti: d'estate diventa una bolgia con cinquemila turisti. "I ragazzi comprano - dice il medico - vodka, rhum e tutti i tipi di alcolici e li mettono sulle barche e vanno a largo carichi.

Le forze dell'ordine, la capitaneria di porto fanno quel che possono: fanno multe quando le barche sono troppo cariche di persone, o se qualcuno viene sorpreso a pilotare un natante dopo aver bevuto. Ma bere su una barca ferma non è un reato se non per la salute". I medici sostengono che quella dei festini a base di alcol e musica sulle barche è una peculiarità di Panarea. "Siamo stati - dicono - in ambulatori in varie isole, Stromboli, Filicudi, Salina ma lì non è così". Ad ubriacarsi sono giovanissimi turisti che vengono da tutte le parti d'Italia, Roma, Napoli, Bologna, Palermo e che cominciano un tour de force alcolico che dura quanto la loro vacanza sull'isola.

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