mercoledì 29 luglio 2009

Emergenza in Mare




PESCA:PANTELLERIA;GREENPEACE CONTRO PESCHERECCIO CON SPADARE


PANTELLERIA (AGRIGENTO), 27 LUG - La nave ammiraglia di Greenpeace ha incrociato vicino Pantelleria (Trapani) un peschereccio che usava le spadare, vietate dalla Comunita' europea. E' scattato un inseguimento, portato a termine anche grazie all'intervento della capitaneria di porto. Sul peschereccio sono stati trovati tra 10 e 15 chilometri di spadare e due ceste di palamiti, attrezzo per cui il peschereccio non ha la licenza. Nella stiva c'erano 16 pesci spada (2 di taglia illegale) e 14 esemplari di tonno rosso, di cui ben otto al di sotto della taglia minima di 30 kg. La guardia costiera ha fermato la nave sequestrando il pesce e le reti illegali. ''Siamo soddisfatti che la capitaneria di porto di Pantelleria sia intervenuta tempestivamente - dice Alessandro Gianni', direttore delle campagne di Greenpeace Italia - ma com'e' possibile che un peschereccio possa aggirarsi per il Mediterraneo con ben due attrezzi da pesca senza licenza, di cui uno assolutamente illegale?''. ''Questo e' il nostro mare - continua Gianni' - e' ora di finirla con la pesca pirata e di salvaguardarlo con una rete di riserve marine, anche in alto mare: e il canale di Sicilia deve essere protetto''.

Scoglitti: affonda una barca in vetro resina. Tratte in salvo 5 persone, tra cui una bambina


La barca in vetro resina di 4 metri e mezzo metri è affondata ieri pomeriggio, ma per fortuna le 5 persone che erano a bordo sono state salvate dall’equipaggio del gommone in dotazione della Capitaneria di Scoglitti, che proprio poche ore prima del salvataggio era stato restituito alla frazione.

Quattro adulti, due donne, due uomini e una bambina di circa 5 anni sono stati soccorsi dal comandante della Capitaneria Luigi Vaccarisi e da due militari dell’equipaggio, aiutati nella circostanza da un diportista che ha preso pure il largo. Nello stesso istante la barca affondava.

L’allarme è scattato alle 19,30. Era stato lanciato dalla proprietaria del natante, M. V. appena la donna ha visto che la barca stava imbarcando acqua. Ha azionato la pompa di sentina per fare uscire l’acqua, ma la falla era talmente vistosa che in poco tempo la barchetta s’è riempita d’acqua. Sono stati momenti di terrore per le 5 persone dell’equipaggio che si trovavano a circa 700 metri dalla costa all’altezza del mitico «scoglio di fuori».

Man mano che le persone venivano tratte in salvo, la barca affondava senza possibilità di essere recuperata. Le 5 persone per fortuna persone stanno tutte bene, se la sono cavata solo con un forte spavento. Particolare curioso, dopo tutte le polemiche dei giorni scorsi, il gommone di servizio era stato restituito alla Locamare di Scoglitti.

lunedì 20 luglio 2009

In Italia quasi mezzo milione di barche sotto i 10 metri "Basta esenzioni, vanno immatricolate e targate"


Siamo l'unico paese europeo che non prevede l'obbligo di immatricolazione per questi natanti da diporto, che possono costare da 5000 a 350.000 euro. La proposta è della commissione Bicamerale di vigilanza sull’anagrafe tributaria.

Un censimento delle barche sotto i dieci metri potrebbe essere fra i prossimi passi nella lotta all’evasione. Lo scrive la commissione Bicamerale di vigilanza sull’anagrafe tributaria nel documento conclusivo della sua indagine.


Nata dall’esigenza di sostenere la cantieristica sollevando gli utilizzatori da formalità burocratiche, l’esenzione dall’immatricolazione dei natanti sotto i dieci metri ha prodotto un ‘mostro': su 592.000 imbarcazioni del parco nautico diportuistico, 498.000 sono sotto la soglia dei 10 metri.


Secondo la commissione, invece, è opportuno valutare l’obbligo di immatricolazione "tenuto contro dell’elevata valenza in termini di capacità di spesa derivante dal possesso e dalla gestione" di barche anche piccole. "Giova evidenziare - scrive la commissione - che il prezzo d’acquisto può variare dai 5-6000 a 350.000 euro e che in proporzione esponenzialmente crescente variano le relative spese di gestione".
Il possesso di una imbarcazione e’ infatti un indicatore di ‘’elevata valenza’’ per scoprire ‘’la capacita’ di spesa’’ del contribuente.

"’L’Italia - e’ scritto nel rapporto - e’ probabilmente l’unico Paese dell’Unione europea che non prevede l’immatricolazione dei natanti da diporto’’, inferiori ai 10 metri di lunghezza. Questa diventa obbligatoria solo quando, su richiesta del proprietario, vengono abilitati alla navigazione oltre le 12 miglia marina dalla costa’’.

La commissione propone, per avviare un censimento, di "valutare la possibilita’ di stabilire l’obbligo, in campo alle compagnie assicuratrici, di comunicare all’anagrafe tributaria (in via telematica) i nominati dei contraenti di polizze assicurative per la responsabilita’ civile". Questa assicurazione e’ infatti obbligatoria per tutte le imbarcazioni, con la sola esclusione dei ‘’natanti a remi e a vela senza motore ausiliario di non particolare rilevanza ai fini fiscali’’.

domenica 19 luglio 2009

Diano Marina: muore un sub, altri 2 gravi

Tragedia nell'imperiese: un subacqueo è deceduto per un malore e altri due sono gravissimi per un'embolia

DIANO MARINA (IMPERIA) - Un sub, Marco Gilberti, 57 anni di Givoletto (Torino), è morto a causa di un malore, mentre altri due, Giovanni Steria, 45 anni, di Diano Marina e Alberto Clara, di 37, di Torino, sono gravi a causa di un'embolia. Altri sette compagni di immersione sono invece stati recuperati in mare da imbarcazioni private e motovedette della guardia costiera, e stanno bene.

SALVATAGGIO - I sub tutti esperti e brevettati, stavano compiendo un'immersione nelle zone al largo di Diano Marina quando Gilberti ha avuto un infarto e gli altri due hanno contratto l'embolia nel tentativo di portarlo fuori dall'acqua prima del tempo. I due sub sono stati trasferiti in elicottero in una camera iperbarica all'ospedale San Martino di Genova. «C'era un nostro sub in arresto cardiaco e gli altri sono stati colti da un principio di embolia, nel tentativo di salvarlo». Ernesto Paniccia, responsabile del Diving Center «Eurosub» di Diano, ancora visibilmente sotto choc per l'accaduto, commenta così la tragedia. «Erano scesi a cinquanta metri con bombole ad aria, quindi nessun problema di miscela - spiega ancora Paniccia -. Sono tutti istruttori professionisti, stiamo cercando di capire che cosa sia successo».

sabato 18 luglio 2009

STOP AL CANONE RAI

Gioco Nautica OFF SHORE


Gioco Nautica OFF SHORE
Con un motoscafo da competizione off-shore, sfidi gli avversari su sette circuiti distinti in un vero e proprio campionato

Scontro in mare tra due motoscafi: morto un quarantenne napoletano

Si chiamava Paolo Branchisio l'uomo di 39 anni morto a mare proprio nel giorno del suo compleanno coinvolto l'assessore al turismo del comune di Sorrento Arturo Terminiello. La redazione di Positanonews ha avuto la segnalazione alle sei di questa mattina di un morto a mare a Massalubrense, di fronte Capri, fra Sorrento e Positano, una persona è morta in seguito allo scontro tra due piccole imbarcazioni avvenuto prima verso le tre di notte al largo fra la penisola sorrentina e Costiera amalfitana in pieno Parco Marino di Punta Campanella. Secondo le prime notizie due motoscafi, mentre erano in navigazione all'altezza del comune di Massalubrense, si sono contrati per cause non ancora accertate.

Sul posto sono accorsi i mezzi della capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia. Allertata anche la Capitaneria di Salerno e di Amalfi, ma i soccorsi sono stati inutili. Un uomo è morto.

La collisione è avvenuta intorno alle 3 della scorsa notte. Il natante sul quale viaggiava la vittima, si tratta di un quarantenne di Napoli, era diretto da Nerano a Napoli, mentre l'altro motoscafo era partito dal porto di Sorrento e avrebbe dovuto raggiungere Capri.

Secondo le prime notizie due motoscafi, mentre erano in navigazione all'altezza del Comune di Massalubrense, si sono contrati per cause non ancora accertate.

La collisione è avvenuta nei pressi dello scoglio del Vervece: non c'è stato niente da fare per una delle persone che si trovavano a bordo di uno dei due scafi.

Sul posto sono accorsi i mezzi della capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia. I due natanti sono stati sequestrati dagli uomini della Guardia Costiera che stanno ascoltando l'uomo che era alla guida del motoscafo partito da Sorrento e diretto a Capri

Lo scontro tra le due imbarcazioniè avvenuto verso le 2,30 all´altezza di Massa Lubrense. Un tornado, guidato Paolo Branchisio era partito da Nerano, pochi minuti prima diretto a Napoli, in direzione opposta - diretto a Nerano - arrivava un gozzo Aprea, con alla guida Antonio Terminiello, assessore al Turismo del comune di Sorrento che era in compagnia di una donna. L´impatto è stato violento. Branchisio è stato balzato in plancia ed è caduto battendo la testa. La donna che era a bordo del Tornado e dormiva sotto coperta ha sentito un forte boato ed è salita in plancia per dare l´allarme. In pochi minuti gli uomini della Capitaneria di Porto di Capri sono arrivati sul luogo dell´impatto, uno dei militari si è lanciato sull´imbarcazione ´impazzita´ ed ha fermato i motori. Contemporaneamente da Napoli sono arrivati ulteriori soccorsi. Per Paolo Branchisio non c´è stato nulla da fare. E´ morto per un trauma cranico. L´uomo, 39 anni, era uno degli ormeggiatori più noti del porto di Mergellina. Ironia della sorte Branchisio è morto il giorno del suo compleanno. Era nato infatti il 18 luglio del 1970

California invasa dai super-calamari E' allarme: «Possono essere pericolosi»


Giganteschi esemplari di Humboldt hanno invaso le coste di San Diego terrorizzando i sub.

NEW YORK – Allarme nelle spiagge californiane. Giganteschi calamari di Humboldt (o volanti) mostri marini lunghi fino a 2 metri hanno invaso le coste di San Diego, terrorizzando i sub e riversandosi sulle spiagge affollate dai turisti. Questi carnivori, che possono arrivare fino a 50 kg, sono emersi dagli abissi la settimana scorsa.

ASPETTO MINACCIOSO - «Si tratta di una specie molto aggressiva anche contro gli esseri umani», mettono in guardia gli esperti. Hanno un aspetto estremamente minaccioso, becchi durissimi affilati come lame di rasoio e tentacoli dentati lunghi e robusti. «Hanno attaccato alcuni sub e afferrato coi tentacoli maschere e macchine fotografiche», mette in guardia il Los Angeles Times. Gli incontri ravvicinati con questi cefalopodi del terzo tipo hanno fatto fuggire i veterani delle immersioni ed eccitato altri, combattuti tra il pericolo e l’occasione unica di nuotare con i giganti degli abissi.

Un particolare dei denti di questi calamari (Ap)
Un particolare dei denti di questi calamari (Ap)
LE TESTIMONIANZE - Il cosiddetto calamaro Humboldt è nativo delle acque al largo del Messico, dove è stato soprannominato «diavolo rosso», per le sue striature color ruggine. «Non nuoterei con loro come non camminerei in mezzo ad un branco di leoni nel Serengeti - ironizza Mike Bear, un sub locale - anche se so che sto perdendo l’occasione di una vita». Altri sub, come Shanda Magill, non hanno resistito. «Alcune notti fa ho ammirato gli occhi tristi ed espressivi di una dozzina di calamari giganti - racconta -: mi hanno circondata, salutandomi con dei colpetti». Ma la notte successiva non è andata così bene: un gigantesco calamaro ha afferrato la donna da dietro con i suoi tentacoli: «Mi ha staccato il galleggiante dal petto e gettato via la luce, con una forza a dir poco immane - rievoca ancora terrorizzata -. Quando mi sono ripresa, il calamaro se ne era andato, ma io ero senza galleggiante. Ho scalciato come una pazza e non sapevo se sarei sopravvissuta». Roger Uzun, un fotografo sottomarino, ha nuotato con queste creature per circa 20 minuti e ha detto che gli sembravano «più curiosi che aggressivi»: «Appena ho acceso la telecamera sott'acqua - racconta - si sono spinti verso di me e mi hanno colpito alla nuca. Sembravano volermi tastare per vedere se ero commestibile». Alla fine Uzun ha scaricato su YouTube un video di tre minuti che ha rischiato di non essere mai girato: «Mi ha quasi tolto la videocamera dalle mani», spiega.

SCIENZIATI IN ALLARME - Gli scienziati sono allarmati. Negli ultimi anni sono stati avvistati fino all’Alaska: un trend attribuibile all’effetto serra e al surriscaldamento della crosta terrestre, oltreché alla mancanza di cibo e al declino dei predatori naturali dei calamari. Secondo gli esperti gli esemplari potrebbero essere centinaia, se non migliaia. «In genere quando si avvista un calamaro, ce ne sono moltissimi altri» avverte John Hyde, un biologo al National Marine Fisheries Service di San Diego. «Si avvicinano alla costa quando le loro prede si spostano nelle acque basse e poi restano intrappolati o confusi», lo incalza Nigella Hillgarth, direttore del Birch Aquarium di San Diego. «Vederli da vicino è straordinario - dice -. Hanno degli occhi meravigliosi. Sembra che vedano e sappiano tutto».




mercoledì 8 luglio 2009

Soccorritori con moto d'acqua. Il report da Ragusa


Dal 25 al 28 giugno si è svolto a Ragusa il 1° Corso ufficiale per Conduttori e Soccorritori con moto d’acqua al quale hanno partecipato 15 Assistenti Bagnanti muniti di patente nautica.
Il corso è stato presentato presso la sede della Scuola Regionale dello Sport ed ha giovato della presenza delle massime autorità locali.
La Federazione Italiana Nuoto, in collaborazione con la Federazione Italiana Motonautica, sta promuovendo questo importante percorso formativo per rispondere alle esigenze della cultura e sicurezza acquatica e rendere ancora più sicure le spiagge italiane.
Il corso è stato molto apprezzato e quanto prima ne sarà programmato un altro.
Durante lo svolgimento delle attività didattiche lo staff tecnico si è reso protagonista di un significativo soccorso, per le condizioni meteo marine, ad una piccola imbarcazione a remi che stava andando alla deriva con a bordo sei ragazzi di età compresa tra gli 8 e i 14 anni.
La FIN e la FIM ringraziano per il loro impegno e professionalità i docenti:
Roberto Proietti, Claudio Bizzarri, Alessio Nifosì e per gli aspetti organizzativi e logistici il fiduciario provinciale Alessandro Ciaceri e la struttura della protezione civile coinvolte.

martedì 7 luglio 2009

FILICUDI: BARCA A VELA SUGLI SCOGLI, SEI FERITI


Filicudi, 5 lug. - Incidente nel mare dell'isola. Una barca a vela, di 30 metri, mentre era in navigazione e' finita sugli scogli. Sei dei 10 turisti che erano a bordo sono rimasti feriti. Tre sono stati trasferiti con l'elisoccoro al policlinico di Messina. Dei tre vacanzieri uno e' piu' grave per aver riportato un trauma cranico e sospette fratture. L'incidente e' accaduto in localita' Punta Timpagnato. E' stato richiesto l'intervento della guardia costiera di Lipari che con la motovedetta Cp 566, comandata da da Massimo La Fauci e con i sottocapi Salvo Tindaro e Massimo Gianneto, ha raggiunto l'isola di Filicudi. dalla sala operativa il coordinamento dell'operazione e' stato di Andrea Amato. Gli altri turisti sono stati medicati alla guardia medica. Un altro incidente e' accaduto a Ginostra. Un turista S.M., di 25 anni, e' scivolato sugli scogli ed e' rimasto ferito. Soccorso e' stato trasferito a Messina con l'elicottero del 118 e ricoverato al policlinico. Un terzo incidente e' accaduto di Lipari. Un turista e' rimasto ferito durante un giro turistico con un natante. Sarebbe difatti scivolato da bordo della barca riportando una forte contusione.

venerdì 3 luglio 2009

Barche ferme al porto turistico di Marina di Ragusa


Niente gita in barca per questo fine settimana. La capitaneria di porto di Pozzallo non autorizza la ditta Tecnicis ad aprire il porto turistico di Marina di Ragusa. Il 26 giugno tutti i proprietari di posto barca nel porto di Marina di Ragusa hanno ricevuto un sms di avviso: «Porto turistico di Marina di Ragusa s.p.a comunica che in data 30/06/09 saranno rilasciate le ultime autorizzazioni e, pertanto la struttura sarà fruibile dal 1 luglio .

Ma… quale sorpresa quando il primo luglio molti proprietari di natanti da diporto non hanno potuto mettere in acqua le loro barche. Sono rimaste tutte sui carrelli, e alcune sono state ancorate nella punta estrema della banchina portuale, senza autorizzazione a potere uscire dalla struttura. La responsabile della ditta Enza Di Raimondo ha dichiarato telefonicamente che «già da stamattina, gli avvocati sono al lavoro per «sbrogliare» la matassa».

Pare infatti che alla capitaneria di Pozzallo, non sia pervenuta l’ultima delle autorizzazioni che viene rilasciata dalla Regione. Gli avvocati della ditta sostengono, invece, di avere inviato il documento con raccomandata evidentemente non pervenuta.

Un ritardo postale? Sembra improbabile. Il fatto è che adesso i tempi di fruizione della struttura si allungano. Basterebbe inviare a Pozzallo una copia dell’autorizzazione tramite fax ma, stranamente, pare che non sia stata fatta una copia dell’autorizzazione. Già da stamattina comunque i legali della ditta stanno provvedendo per accelerare i tempi. Ma per questo week end niente da fare.